Una madre magistrato scappa dalla guerra per salvare suo figlio: “Non tornerò mai più in Ucraina”

Inna, una magistrata di successo, si trova a dover affrontare una delle decisioni più difficili della sua vita: lasciare l’Ucraina per garantire un futuro migliore a suo figlio. La sua storia rappresenta il dramma di molte famiglie ucraine costrette ad abbandonare tutto a causa della guerra. Quando il conflitto è scoppiato, Inna viveva a Chernihiv, una città vicina al confine con la Russia, tra le prime a essere colpite dall’invasione. La sua carriera, costruita con impegno e dedizione, è stata improvvisamente messa in pausa, mentre il suo mondo andava in frantumi.

I segnali di allerta

A pochi giorni dall’inizio delle ostilità, i segnali di allerta erano già evidenti. I superiori di Inna le avevano chiesto di distruggere documenti sensibili, ma nessuno aveva osato pronunciare la parola “guerra”. Il giorno dell’invasione, Inna è stata svegliata all’alba da una chiamata urgente. “Prendi il nostro kit di emergenza e vieni in Procura”, le avevano detto. Questo è stato il primo passo verso una nuova vita, un’azione che ha segnato l’inizio di un lungo e difficile percorso.

La vita nel conflitto

Quando le sirene hanno iniziato a suonare, il panico si è diffuso tra gli abitanti. Inna ha fatto il possibile per procurarsi medicinali per suo figlio, affetto da fibrosi cistica. “È stato un momento di pura angoscia. Le farmacie erano affollate e ogni volta che le sirene suonavano, le saracinesche venivano abbassate. Era come aspettare la morte”, racconta. I bombardamenti hanno distrutto edifici, lasciando dietro di sé una scia di devastazione e morte. La farmacia dove si recava non esisteva più.

La situazione a Chernihiv è rapidamente degenerata. La routine quotidiana di Inna, da magistrato, è stata stravolta. Con il marito, anch’egli magistrato, hanno dovuto affrontare una realtà inimmaginabile, tra cui il trasporto dei cadaveri e la registrazione delle vittime. “Non eravamo pronti. Non avevamo neanche un codice penale che contemplasse i reati di guerra”, spiega Inna.

La scelta di emigrare

Inna ha deciso di lasciare l’Ucraina per assicurare a suo figlio una vita lontana dai pericoli della guerra. La scelta di emigrare in Italia è stata difficile, ma necessaria. “Non posso tornare in Ucraina. Le leggi cambiano continuamente e potrei essere costretta a combattere. Non voglio rischiare di perdere la mia vita o quella di mio figlio”, afferma con fermezza. La sua vita ora è in Italia, dove si sente straniera e lontana dalla carriera che aveva costruito con tanta fatica.

La transizione non è stata facile. “In Ucraina ero rispettata e avevo una carriera solida. Qui, in Italia, mi sento invisibile”, confessa. Tuttavia, la determinazione di Inna di ricominciare è evidente. Sta cercando opportunità per costruire un nuovo futuro, anche se la nostalgia per una vita perduta è sempre presente. La distanza dalla sua famiglia, specialmente da suo padre, che non ha potuto lasciare il Paese, è un peso che porta con sé. “Non lo vedo da tre anni. È doloroso, ma sapere che mio figlio è al sicuro è ciò che conta di più”.

Mentre la guerra continua, Inna osserva il cambiamento del patriottismo tra i suoi connazionali. “All’inizio, c’era una forte volontà di resistere, ma ora la stanchezza è palpabile”, sostiene. La situazione attuale in Ucraina è complessa: sebbene ci siano meno aerei russi, i droni continuano a rappresentare una minaccia costante.

La vita di Inna è ora segnata dall’incertezza e dalla nostalgia. La sua esperienza evidenzia non solo le atrocità della guerra, ma anche la resilienza di una madre che ha scelto di proteggere suo figlio a tutti i costi. “Questo conflitto mi ha portato via tanto, ma la salute e la sicurezza di mio figlio sono ciò che mi spinge a continuare”, conclude. La sua storia è emblematiche di una generazione di ucraini che, pur avendo perso tutto, stanno lottando per un futuro migliore, lontano dalle ombre del conflitto.

Simone Bonelli

Giornalista e appassionato di sport, Simone Bonelli è un narratore instancabile che riesce a catturare l'essenza di ogni argomento che affronta. Con un background che spazia dal calcio al basket, dalla tecnologia alla cultura pop, Simone combina la sua passione per lo sport con una visione ampia e articolata del mondo. Sempre alla ricerca di nuove storie da raccontare, Simone esplora le intersezioni tra sport, società e cultura, portando ai lettori un punto di vista fresco e stimolante. Che si tratti di un'intervista a un atleta, di un'analisi di una grande partita o di un approfondimento su tendenze emergenti, Simone è sempre pronto a sorprendere con contenuti originali e ben documentati. Con un amore per la scrittura che brilla in ogni suo pezzo, invita i lettori a unirsi a lui in un viaggio attraverso il mondo dello sport e oltre.

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