Il superministro dell’Economia disegna uno scenario difficile sui conti pubblici, ma aggiunge che “il miracolo è possibile”. Promette privatizzazioni, intese per salari flessibili, nuove regole contrattuali.
ROMA- Ruba le parole al governatore della Banca d’Italia, ma aggiunge una preoccupazione forte. Che sul “miracolo italiano” realizzabile con i provvedimenti economici messi in atto dal nuovo governo pesi come un macigno uno “scostamento di entità senza precedenti che richiede una pronta reazione”. Il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giulio Tremonti, interviene all’assemblea dell’Abi e disegna il futuro economico el Paese nell’era del Berlusconi II. Più privatizzazioni, salari più flessibili e legati alla produttività del territorio, una revisione del contratto nazionale “scritto nel ‘900! E naturalmente, vista la platea, riordino delle fondazioni e fusioni bancarie grazie alle quali il sistema è diventato più concorrenziale.
Conti. E’ preoccupato il superministro dell’Economia per ”gli scostamenti di bilancio che si sono aggravati nei primi sei mesi del 2001″. E quindi sostiene che s’impone quindi l’esigenza di completare una ricognizione della situazione di bilancio per verificare compiutamente le dimensioni e la gravità dello sforamento. Ma, fin qui, qualcosa si può già dire, sostiene Tremonti: il fabbisogno e l’indebitamento della Pubblica amministrazione, per altro la sola misura rilevante ai fini del rispetto del patto di stabilità e di crescita, uno scostamento di entita’ senza precedenti che richiede una pronta reazione”. Dunque, controllo e rigore della spesa pubblica, “sfrondandone gli effetti inessenziali ed indirizzandola verso obiettivi produttivi e sociali”.
Il miracolo. Fatte queste pessimistiche premesse ecco l’ottimismo. Il ministro, davanti alla platea di banchieri, usa le parole del governatore di Bankitalia. Antonio Fazio, nelle sue “Considerazioni finali” lette durante l’assemblea del 31 maggio scorso aveva parlato di “miracolo possibile” e Tremonti è d’accordo. Grazie agli interventi messsi in moto dal nuovo esecutivo, a cominciare dal “pacchetto 100 giorni”, è possibile il “secondo boom economico”. Un “miracolo, come dice Sant’Agostino – cita il ministro – è arduo, difficilem e inaspettato, ma ci sarà”.
Contratto del ‘900. Parla di flessibilità salariale e di impianti contrattuali non più adeguati ai tempi, il minisro dell’economia e spiega che lo sviluppo economico del Paese ha bisogno anche di questi cambiamenti. ”Il ‘900 è stato il secolo delle fabbriche che ha determinato la nascita del contratto collettivo nazionale di lavoro. Se le strutture economiche cambiano, anche le strutture giuridiche devono cambiare: al contratto classico si deve aggiungere un contratto di tipo nuovo”. E dopo il contratto, i salari: “E’ indispensabile favorire
accordi tra le parti sociali che consentano un miglior incontro fra domanda e offerta di lavoro e una piena
congruenza dei salari alle condizioni del mercato del lavoro”.
Sprint alle privatizzazioni. Nuove regole per il lavoro e un’accelerazione al processo di privatizzazioni. “Il governo porterà a compimento il processo – spiega Tremonti – consentendo all’imprenditoria privata di ampliare la propria azione in segmenti a lungo riservati ad operatori pubblici. Affineremo la regolamentazione dei settori liberalizzati al fine di evitare che nuovi oligopoli privati si sostituiscano al monopolista pubblico, garantendo anche che il processo di liberalizzazione proceda in maniera parallela in tutta l’Europa”.
E per le banche… All’assemblea dell’Abi, Giulio Tremonti promuove le fusioni bancarie, grazie alle quali il
sistema è diventato più concorrenziale. Mentre il governatore della Fazio, pur non ponendo uno stop a nuove aggregazioni, avverte gli istituti di credito a porre più attenzione all’efficienza che proprio le aggregazioni mettono a rischio, il ministro Tremonti spiega che il “grado di concorrenza del sistema è aumentato, determinando, grazie anche a una diversificata offerta di servizi bancari sull’intero territorio nazionale, una maggiore convergenza dei tassi di interesse praticati alla clientela nelle diverse aree
del Paese”.