I legali del re del contrabbando, Francesco Prudentino (nella foto), hanno chiesto l’inutilizzabilitĂ di tutti gli atti contro il boss acquisiti con rogatorie internazionali. Sarebbero “semplici fotocopie”.
“Copie fotostatiche senza alcun timbro di autenticità ”. Non sono nient’altro che questo, secondo i legali, le carte acquisite grazie alle rogatorie che incastrano il boss di Bari Francesco Prudentino, definito il “re del contrabbando” e accusato anche per omicidio. Inoltre i difensori di Prudentino hanno chiesto, in base al nuovo articolo 111 della Costituzione, che cada anche l’accusa di associazione mafiosa. Secondo quanto eccepito dai legali si baserebbe infatti su dichiarazioni di “pentiti” che non sapevano, quando erano interrogati, di figurare nel procedimento come imputati.
Prudentino è imputato, insieme ad altre persone, di essere uno dei vertici della cupola mafiosa che dirige il contrabbando di sigarette dal Montenegro alla Puglia. Un traffico del volume di oltre 250 tonnellate di tabacco al mese. Secondo l’accusa, inoltre, l’introito del commercio illecito veniva riciclato in Svizzera.
I documenti su cui si basa l’accusa sono stati acquisiti dalla Dda in diversi paesi europei: Svizzera, Francia, Malta, Montenegro e Olanda. Secondo i legali del boss del contrabbando il giudice delle udienze preliminari dovrà , in base alla legge sulle rogatorie, “necessariamente prosciogliere” gli imputati.
Oltre a Francesco Prudentino, nel procedimento sono accusati di associazione mafiosa anche il figlio del boss Antonio, Sandro Cuomo e Costantino Sarno.