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“Non farò il capo dell’opposizione”

Silvio Berlusconi annuncia: “Se perdo vado via”. Se vince invece, metterà mano anche ai libri di scuola che, come già pensa Francesco Storace, hanno “pesanti deviazioni marxiste”.

Silvio Berlusconi scommette tutto sulle prossime elezioni. “Se perdo – afferma infatti senza mezzi termini – vado via”. “Non resterò a fare il capo dell’opposizione – chiarisce – anche se resterei vicino al partito”. La sfida del Cavaliere alle prossime elezioni , insoma, riguarda ormai la sua intera carriera politica. E Berlusconi decide di mettersi in gioco fino in fondo ma solo a livello personale. Perché spiega:”Forza Italia non c’entra con questo. Ormai è un partito autonomo”.

Se andasse al governo invece, tra i vari punti programmatici della Casa delle Libertà, sembra ben intenzionato a inserire la riforma di tutta la scuola, ma soprattutto la revisione dei libri scolastici già messa in cantiere dagli alleati di An. “Basta – dice infatti il Cavaliere – ai libri di storia con deviazioni marxiste”.

Una dichiarazione importante. Sull’iniziativa del “governatore” An del Lazio Francesco Storace (seguita a ruota dai gruppi di An e della Lega in Lombardia) di istituire una commissione per verificare il livello di pluralismo dei libri di scuola, all’interno della Casa delle Libertà si era verificata una semispaccatura. Al fianco di Storace si erano schierati Gianfranco Fini e Rocco Buttiglione. Contro si era espresso Pierferdinando Casini. Mancava l’ultima voce: quella di Silvio Berlusconi. Che oggi, a tre giorni dall’inizio del dibattito, decide di mettere tutto il proprio peso politico sul piatto di Storace. Certo, fa qualche precisazione. Spiega che il metodo utilizzato in Lazio non è quello esatto. Ma sostanzialmente appoggia l’iniziativa. “La scuola – spiega – è da rifare completamente. Ci vogliono buoni insegnanti, buone scritture, buoni programmi. I nostri figli non dovranno più studiare su testi di storia con deviazioni marxiste. Bisognerà giungere a quella che io definisco la patente delle tre i: inglese, informatica e impresa”. “Sarà necessario – continua – creare concorrenza tra le scuole, perché dalla concorrenza nasce il miglioramento. Il tutto mantenendo la tradizione del passato come la nostra buona scuola elementare”.

Insomma, Berlusconi, con una sola dichiarazione, trova il modo di andare a colpire due “bersagli grossi” della casa ulivista. Da una parte torna a battere sull’affaire-libri. Dall’altra tira una stoccata all’ultima riforma lanciata dal governo che abolisce, in sostanza, proprio la scuola elementare.

Il Cavaliere comunque, non è il solo a insistere sulle presunte “deviazioni” dei libri di storia. “I giovani devono poter leggere le verità storiche che sono state nascoste per anni” torna per esempio a ribadire lo stesso Francesco Storace. Mentre Franco Piro, ex autorevole esponente del Psi e docente di scienze politiche a Bologna, accusa.”Come docente ho avuto modo di verificare lo scempio che viene fatto non solo nelle scuole elementari ma anche nelle medie superiori sui metodi e contenuti e risultati della ricerca storica”.

Valdo Spini invece, ex compagno di partito di Piro si mostra indignato:”L’attacco ai libri di storia sottintende il tentativo di mettere sullo stesso piano fascismo e antifascismo, resistenza e repubblica sociale”. Anche Pierluigi Castagnetti, leader del Ppi, torna a definire “inaudita” l’iniziativa di Storace, poi ironizza:”Si vorrebbe che ogni 5 anni, quando cambi il colore politico delle amministrazioni regionali, si riscrivessero i libri di storia”. Rocco Buttiglione però, sembra cercare una mediazione:”E’ vero che c’è un’ideologizzazione e politicizzazione dell’educazione scolastica – esordisce, ma solo per spiegare – sono un vecchio professore, e non insegnerei mai in una scuola dove mi dicono con quale libro devo insegnare”.

Durissimo invece, dall’alto della sua poltrona di seconda carica dello Stato, Nicola Mancino.”E’ una polemica fuori tempo – dice – perché non sono le istituzioni che prescrivono i libri, ma gli insegnanti. Ritengo negativo e pericoloso il comprotamento del presidente del Lazio Storace”.

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Redazione