Berlusconi all’attacco sul buco nei conti pubblici. “Grande è la responsabilità della sinistra, ma ciò non inciderà sulla realizzazione del programma fiscale”. Allarme sulle pensioni.
ROMA – L’ha detto e lo ripete: la colpa del buco nei conti pubblici è della sinistra e non un alibi che sta cercando il centro destra. Anzi: pur con la “dovuta gradualità”, gli impegni presi con gli elettori saranno mantenuti. Sia gli impegni di segno positivo, come la riduzione delle imposte, sia quelli che imporrano sacrifici, come la verifica sull’andamento della spesa pensionistica. D’altronde, spiega il Cavaliere, chi ha mai detto che tutto il programma sarebbe stato sviluppato nell’arco dei primi cento giorni?
Certo, quel buco nei conti proprio non ci voleva. E Berlusconi non sorvola, anzi inchioda il centrosinistra alle sue responsabilità “Mi sembra di dover assolutamente ripetere che più grande sarà il buco e più grande sarà la responsabilità dei governi della sinistra che ci hanno preceduto”. Poi, respinge al mittente le interpretazioni secondo cui l’ipotesi sarebbe “una scusa per non attuare le nostre promesse”.
“Non ho una conoscenza esatta dei dati e non sono un tuttologo, un creatore di notizie. Posso solo rifarmi a quanto mi è stato riferito dal ministro dell’Economia e dire che qualunque sia l’entità della differenza tra l’annunciato ed il trovato, questa non dovrebbe incidere sulla nostra possibilità di applicare il programma presentato agli elettori come programma impegnativo”. Quindi, le promesse di sgravi e dettassazioni non sono a repentaglio. Gli obiettivi, anche se con lentezza, saranno raggiunti. Berlusconi fa però notare anche che “non tutti gli obiettivi, ed anche questo lo abbiamo detto sin dall’inizio, sono fissati nell’arco dei primi cento giorni. Agiremo con cauta gradualità”.
Il capitolo della previdenza rimane decisivo per le previsioni economiche. ”Quindi, il governo seguirà con grande impegno la questione delle pensioni e la loro sostenibilità”. Quindi grande attenzione sul tema della spesa previdenziale: “Quello della riforma previdenziale è un tema di cui ci dobbiamo occupare e fu anche un tema del nostro governo nel ’94. Non so dire se potremo farlo da subito. E’ un problema che doveva essere affrontato dal governo di sinistra nella primavera di quest’anno… Siamo già in ritardo rispetto alle raccomandazioni europee. Dovremo metterci la testa”. I conti da far quadrare in Italia si incrociano con le conclusioni del Consiglio europeo. Berlusconi ricorda di aver sempre sostenuto che sul tema della spesa previdenziale “agiremo con una certa cauta gradualità, via via che ciò si renderà possibile” e, nel breve periodo invece, accoglie l’intenzione di Roberto Maroni di partecipare a questa istruttoria già nella preparazione del prossimo Dpef. “Certamente sarà così – dice Berlusconi – Del resto, il capitolo della previdenza è sostanziale per poter tracciare delle previsioni economiche e per stendere il documento di programmazione”.
“Sulle pensioni dovremo mettere grande impegno – sottolinea – anche l’Europa chiede che quello della previdenza sia un sistema sostenibile. C’è chi, come il presidente svedese, ha già affrontato i problemi della previdenza, e specialmente di chi va in pensione anticipatamente rispetto all’età di vecchiaia”. L’Italia si sta accingendo a farlo, ma Berlusconi coglie l’occasione per ricollegarsi alla più generale questione dello stato di salute del bilancio pubblico e del grado di avanzamento della riforma.
”In questa fase in cui si costruisce il sistema economico europeo, la severità di bilancio è purtroppo, o fortunatamente, essenziale”, sottolinea dal canto suo il presidente della Commissione, Romano Prodi, riferendosi ai Grandi Orientamenti di politica economica (GOPE) per il 2001 approvati dal Consiglio europeo di Goteborg. Per Prodi, il messaggio che emerge dal vertice è che l”’economia europea è in fase discreta: la crescita è un po’ diminuita, ma non ci sono scivoloni, non c’è trauma, non c’è rottura di sistema: dunque, non sono preoccupato”