La vendita dell'Ex Ilva è imminente: tutti in attesa della decisione sui Commissari
L’attesa per il futuro dell’Ex Ilva, uno dei complessi siderurgici più importanti d’Europa, sembra giunta al termine. Oggi scade la deadline fissata dal governo per i rilanci finali da parte dei potenziali acquirenti. Tuttavia, le ultime notizie indicano che i Commissari straordinari potrebbero aver bisogno di qualche giorno in più per valutare le offerte e scegliere il miglior offerente. Questa decisione non influenzerà solo il futuro dell’azienda, ma avrà anche ripercussioni significative sull’occupazione e sull’industria metalmeccanica in Italia.
Al centro delle trattative ci sono le proposte di un possibile tandem tra Jindal, una multinazionale indiana, e Baku, un consorzio azero. Sebbene l’ipotesi di una partnership tra i due gruppi sia in fase di discussione, i dettagli su come strutturare questa alleanza rimangono nebulosi. Le indiscrezioni parlano di una possibile maggioranza detenuta dagli azeri, mentre gli indiani potrebbero mantenere il controllo operativo e la scelta dell’amministratore delegato. Tuttavia, fonti vicine al dossier hanno riferito che l’assetto societario è ancora in fase di definizione, suggerendo che le trattative siano tutt’altro che semplici.
Un altro elemento cruciale è rappresentato dalla partecipazione di Invitalia, l’agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa. L’idea sarebbe quella di inserire Invitalia come socio di minoranza attraverso un emendamento o un decreto, ma su questa presenza si sta lavorando ancora con il Ministero dell’Economia.
Nonostante le incertezze, le tempistiche stabilite dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy rimangono serrate. Durante l’ultimo incontro con i sindacati, il ministro Adolfo Urso ha dichiarato che entro la metà del mese si procederà alla valutazione delle offerte e si avvierà il negoziato in esclusiva con l’offerente considerato migliore. Questo passaggio è fondamentale per avviare la procedura Antitrust ed esercitare il golden power, uno strumento che il governo può utilizzare per proteggere gli interessi nazionali.
Le preoccupazioni sono palpabili tra i lavoratori, con la scadenza di giugno che si avvicina, mese in cui scadranno le risorse statali messe a disposizione. I metalmeccanici hanno a disposizione solo pochi mesi per trattare con la nuova proprietà su questioni fondamentali come l’occupazione e le condizioni di lavoro. Le fonti governative hanno ribadito che gli obiettivi principali dell’operazione sono garantire la massima occupazione lavorativa possibile e promuovere la piena decarbonizzazione della produzione.
Attualmente, ci sono circa 10.000 lavoratori nel complesso Ex Ilva, di cui oltre 8.000 solo a Taranto. Tuttavia, dopo un recente accordo tra il Ministero del Lavoro e i sindacati, 3.062 di questi sono in cassa integrazione. Durante i primi round di offerta, Jindal aveva inizialmente proposto un piano che prevedeva un numero di licenziamenti superiore rispetto a quello ipotizzato da Baku. Tuttavia, in seguito, la multinazionale indiana ha rivisto la sua proposta, aumentando l’offerta da 2 a 4 miliardi e promettendo di mantenere un numero maggiore di occupati, cercando di avvicinarsi così alle condizioni dei concorrenti.
Inoltre, il consorzio azero presenta una carenza di esperienza nel settore della siderurgia sostenibile. Al contrario, Jindal ha dimostrato una solida competenza nella produzione di acciaio, con un particolare focus sull’uso della gassificazione per ottenere il DRI (Direct Reduced Iron), un materiale cruciale per i processi di decarbonizzazione e la produzione di acciaio verde. Questo know-how potrebbe rivelarsi determinante nel contesto attuale, dove la sostenibilità e la transizione energetica sono diventate priorità non solo a livello aziendale, ma anche per il governo italiano.
La vendita dell’Ex Ilva non è solo una questione economica; è anche una questione sociale che coinvolge migliaia di famiglie e il futuro di un’intera comunità. La pressione per trovare un accordo che garantisca occupazione e un futuro sostenibile è alta. Le prossime settimane saranno quindi cruciali, poiché il destino dell’industria siderurgica italiana e della sua forza lavoro è appeso a un filo, con la speranza che la scelta del miglior offerente si traduca in un’opportunità per rilanciare e innovare un settore strategico per l’economia del Paese.