Negli ultimi mesi, il tema dei rimborsi fiscali e delle cartelle esattoriali ha suscitato interrogativi e preoccupazioni tra i contribuenti.
Un aspetto particolarmente critico riguarda il blocco dei rimborsi fiscali da modello 730 anche per importi inferiori a 500 euro, quando ci sono cartelle di pagamento scadute. Questa situazione ha generato confusione e disagio tra molti cittadini, che si trovano a fronteggiare un sistema complesso e poco chiaro.
Per comprendere il motivo di questo blocco, è fondamentale analizzare la normativa in vigore, in particolare il D.Lgs n°110/2024 e l’art.28-ter del DPR 602/1973. La riforma della riscossione ha introdotto modifiche significative, ma la sua applicazione non è stata immediata. Nonostante la riforma stabilisca che i rimborsi fiscali superiori a 500 euro possano essere bloccati solo in presenza di cartelle esattoriali scadute o avvisi di pagamento superiori a 1.500 euro, l’Agenzia delle Entrate continua a operare secondo il limite precedente di 60 euro.
I passaggi della compensazione
La riforma ha delineato un processo preciso per la compensazione dei rimborsi fiscali. Ecco i passaggi principali:
- Verifica del Rimborso: L’Agenzia delle Entrate verifica se il contribuente ha cartelle di pagamento scadute. Se presenti, invia una segnalazione all’agente della riscossione.
- Proposta di Compensazione: L’agente notifica al contribuente una proposta di compensazione tra il credito d’imposta e il debito.
- Accettazione della Proposta: Se il contribuente accetta, l’agente utilizza i fondi disponibili per compensare il debito.
- Rifiuto o Mancata Risposta: Se il contribuente rifiuta o non risponde, l’agente comunica la mancata adesione e mantiene le somme disponibili per eventuali pignoramenti.
- Spese di Notifica: Le spese di notifica non sono più rimborsabili.
Questi passaggi dovrebbero garantire maggiore trasparenza e chiarezza nel processo di recupero dei crediti fiscali, ma in realtà la situazione è più complessa.
Un lettore ha segnalato di aver subito un blocco al rimborso di 401 euro, un importo che, secondo la riforma, non dovrebbe essere soggetto a compensazione forzata. Questo è un chiaro esempio di come l’assenza del regolamento attuativo e la persistenza delle vecchie normative stiano creando confusione tra i contribuenti. Molti si trovano nella stessa situazione, con rimborsi di piccole entità bloccati a causa di debiti esattoriali.
Il blocco dei rimborsi fiscali, anche per importi modesti, ha conseguenze dirette sui contribuenti. Molti di loro, in difficoltà economica, si affidano ai rimborsi fiscali per far fronte alle spese quotidiane. L‘attuale prassi dell’Agenzia delle Entrate di trattenere anche rimborsi inferiori a 500 euro, in caso di debiti scaduti superiori ai 1.500 euro, non fa altro che aggravare la situazione di chi già si trova in difficoltà .
La frustrazione è palpabile: molti contribuenti si sentono vittime di un sistema che non tiene conto delle loro reali esigenze.