Il traguardo delle tenniste: maternità retribuita in arrivo per le atlete
L’8 marzo, giorno internazionale della donna, ha assunto un significato ancora più profondo per le tenniste professioniste grazie all’annuncio di un nuovo piano di congedo di maternità retribuito da parte della WTA (Women’s Tennis Association). Questo significativo passo avanti è stato possibile grazie a un accordo con il PIF, il fondo pubblico di investimenti dell’Arabia Saudita. Questo programma rappresenta non solo una svolta storica per la maternità nel tennis, ma evidenzia anche l’impegno crescente per il sostegno delle atlete durante fasi cruciali della loro vita.
Il piano prevede un congedo retribuito fino a 12 mesi, retroattivo al 1° gennaio 2023, e oltre 320 giocatrici hanno diritto a beneficiarne. Questa iniziativa si estende anche a chi diventa genitore attraverso:
Le atlete che ricorrono a queste modalità potranno usufruire di due mesi di assenza retribuita. Inoltre, sono previste sovvenzioni dedicate a trattamenti per la fertilità, come il congelamento degli ovuli e la fecondazione in vitro, rendendo così il percorso verso la maternità più accessibile per le atlete.
Viktoria Azarenka, una delle figure più rappresentative del tennis femminile e membro del Consiglio delle giocatrici WTA, ha espresso la sua soddisfazione per questo accordo, sottolineando come rappresenti un cambiamento significativo nel modo in cui le donne nel tennis vengono supportate. Azarenka, madre di un bambino di 8 anni, ha vissuto in prima persona le difficoltà di conciliare la carriera sportiva con le responsabilità familiari, avendo affrontato una lunga battaglia legale per l’affidamento del figlio. La sua testimonianza mette in luce l’importanza di iniziative come questa, che possono avere un impatto duraturo sulle future generazioni di tenniste.
Tuttavia, la partnership tra la WTA e il PIF non è stata priva di controversie. Già dall’anno scorso, quando le Finals femminili si sono tenute a Riad, c’è stata resistenza a causa delle preoccupazioni relative ai diritti delle donne e delle minoranze LGBTQ+ in Arabia Saudita. La CEO della WTA, Portia Archer, ha chiarito che senza i finanziamenti del PIF, l’organizzazione non sarebbe stata in grado di implementare questi importanti aiuti. Questo solleva interrogativi sul conflitto tra l’ottenimento di supporto finanziario e le problematiche etiche legate ai diritti umani.
Attualmente, nel circuito professionistico, ci sono circa 25 mamme attive, un numero che potrebbe aumentare grazie all’introduzione di questo nuovo programma. Questo cambiamento offre l’opportunità di diventare madri senza dover sacrificare le proprie carriere, contribuendo a creare un ambiente più inclusivo e favorevole per le atlete. È fondamentale riconoscere che il mondo dello sport, e in particolare quello del tennis, ha la responsabilità di adattarsi alle esigenze delle sue sportive, specialmente in un’epoca in cui le aspettative sociali verso la maternità e la carriera stanno evolvendo.
In conclusione, il programma di congedo di maternità retribuito rappresenta una pietra miliare nella storia del tennis femminile e un esempio di come le organizzazioni sportive possano evolversi per rispondere alle esigenze delle loro atlete. Con l’8 marzo che celebra le conquiste delle donne in tutto il mondo, questo annuncio arriva come un raggio di speranza e un segno di progresso, aprendo la strada a un futuro in cui le tenniste possono essere sia concorrenti di alto livello che madri felici e realizzate.