Fini e Marzano si mostrano molto preoccupati.”Non cambierà la linea del governo, ma l’entità del buco influirà sui provvedimenti” dice il leader di An, ipotizzando che il Dpef possa arrivare anche dopo fine mese.
ROMA – Gianfranco Fini non ha partecipato alla riunione del consiglio dei ministri che dava il via ai primi cento giorni dell’azione di governo. Il vicepremier si trovava a Trieste dove stamattina ha reso omaggio alle vittime della Risiera di San Sabba. Ma gli echi di quella riunione lo hanno probabilmente raggiunto. Con essi le preoccupazioni. In primis, quella sul buco di bilancio.
Fini avverte: “Le avvisaglie non sono rassicuranti, verificheremo cosa é necessario fare”. Certo, premette, “non si intende con questo non dar corso agli interventi preannunciati in campagna elettorale (ieri Berlusconi nella replica alla Camera lo aveva assicurato: “Andremo avanti nel programma nonostante gli esiti dei conteggi”). Tuttavia, “la consistenza e la tempistica di questi interventi dipenderanno dall’effettivo buco nei conti”. Durante la riunione del consiglio dei ministri di oggi è stato messa a punto proprio l’agenda dei provvedimenti.
Il vice-premier, nel corso di una conferenza stampa, si sofferma su uno dei prossimi appuntamenti: il Dpef. “I tempi – dice – dipenderanno dalla ricognizione dei ministri competenti. Ma certo, visto che Amato l’anno scorso lo presentò il 7 luglio, se lo posticiperemo di alcuni giorni non sarà un dramma”.
Si va avanti, dunque. Ma con prudenza. Sarebbe questo il messaggio che il vicepremier da Trieste vuol far giungere a Roma. Fini tocca anche altri aspetti. Fa un accenno sui ticket, spiegando che “non ci sarà certo un Consiglio dei ministri sui ticket, ma sul Dpef”. Parla anche di immigrazione. “Non ci saranno sanatorie nel futuro” ma “un rigoroso controllo dei flussi”. E con esso, un rafforzamento delle frontiere con un aumento del personale delle forze dell’ordine; garanzie per “l’effettività dei provvedimenti di espulsione”; maggiore e “più severa” collaborazione con i Paesi confinanti.
Ma i conti pubblici e il presunto buco non ancora quantificato restano al centro della giornata politica. Renato Ruggiero é cauto. ”Le dimensioni del buco – dice il ministro degli Esteri- devono ancora essere accertate. Ma che da questo vi siano problemi per la moneta unica, lo escludo completamente”. Antonio Marzano é invece più allarmato. ”La situazione dei conti pubblici – spiega il titolare delle Attività Produttive – é molto, molto preoccupante. La Banca d’Italia ha parlato di 25 mila miliardi di sforamento per i primi cinque mesi dell’anno, si tratta di 5 mila miliardi al mese”. Lo fa prevedendo il rischio di un circolo vizioso per il rallentamento della congiuntura.
Intanto mercoledì prossimo il governo incontrerà le parti sociali. La riunione sarà presieduto dal premier Berlusconi. Lo ha annunciato il ministro per le Politiche comunitarie Rocco Buttiglione, sottolineando come il governo creda nella concertazione che ”però non si può pensare che una parte sociale blocchi decisioni importanti per il bene di tutto il Paese”. Per poi aggiungere: ”Meno che mai si può pensare che una parte di una parte sociale, un’ organizzazione che non rappresenta neanche tutta una realtà ma una sua porzione, possa avere un diritto di veto. Questo non lo si può chiedere”.