La relazione degli esperti che hanno esaminato il cadavere riesumato dell’ex banchiere smentisce l’ipotesi del suicidio. A vent’anni dal ritrovamento del corpo l’inchiesta è a una svolta.
Roberto Calvi sarebbe stato ucciso e poi il suo corpo sarebbe stato appeso, con una corda al collo, sotto il ponte dei Frati Neri. A Londra nel lontano 1982. Ad avvalorare la tesi del “camuffato suicidio” è la relazione del gruppo di esperti capeggiati dal tedesco Bernd Brimkmann. Si tratta di una perizia basata sull’autopsia del cadavere, ora finalmente pronta.
A vent’anni dal ritrovamento del corpo, quindi, sarebbe a una svolta l’indagine sulla morte dell’ex presidente del Banco Ambrosiano, trovato impiccato nel giugno dell’82. Il prossimo appuntamento giudiziario ora è “l’incidente probatorio”, nel quale verranno discussi i risultati degli accertamenti eseguiti dopo la riesumazione del cadavere.
L’accusa è certa: Calvi è stato ucciso dalla mafia perché considerato inaffidabile. L’ex banchiere, cioè, avrebbe ricevuto da Cosa Nostra l’incarico di riciclare ingenti cifre di denaro sporco, in compenso avrebbe avuto decine di miliardi di vecchie lire. Per questa indagine, il giudice Mario Almerighi aveva firmato ordini di custodia cautelare per omicidio a carico Flavio Carboni e di Pippo Calò, cassiere della mafia. Nel registro degli indagati erano finiti anche i nomi del killer pentito di Cosa Nostra, Francesco Di Carlo, che aveva detto che l’omicidio era stato commesso dalla camorra, e di uno dei vecchi boss della banda della Magliana, Ernesto Diotavelli, e dell’ex capo della loggia massonica P2, Licio Gelli.
L’ipotesi del suicidio messo in scena per depistare le indagini, quindi, prende coprpo. Anche alla luce dei riscontri con le dichiarazioni dei due pentiti storici della mafia, ossia di Tommasino Buscetta e di Francesco marino Mannoia. Il pool di esperti è sicuro delle conclusioni a cui è giunto. La riesumazione del cadavere, nonostante i suoi 16 anni e mezzo dalla morte, parlerebbe chiaro. Le mani e le unghie di Calvi sono state trovate pulite. E questo dimostrerebbe che l’ex banchiere non si sarebbe arrampicato per impiccarsi. Poi: nell’incavo delle scarpe non si sarebbero trovate tracce di residui di zinco ramato che rivestiva i tubi metallici dell’impalcatura del ponte.
Né il granulato presente sui gradini che Calvi avrebbe dovuto salire per arrivare lì dove è stato trovato impiccato. Attorno al collo sono state trovate anche delle striature che potrebbero far pensare a uno strangolamento. L’osso del collo, comunque, non era rotto, e si tratta di un particolare importante perché uno strappo, tanto violento come quello provocato dall’impiccagione, non avrebbe potuto lasciarlo integro.