La vicenda del bonus bollette e il conseguente recupero delle somme da parte dell’Inps mette la fragilità del sistema di welfare.
L’Inps ha recentemente comunicato l’intenzione di avviare un sistema di trattenute sulle pensioni a partire da giugno 2025, con l’obiettivo di recuperare i bonus bollette da 200 e 150 euro erogati nel 2022.
Questi bonus sono stati introdotti per sostenere i pensionati durante un periodo di forte aumento dei prezzi dell’energia, ma dopo un’attenta verifica, è emerso che alcuni beneficiari non avrebbero dovuto riceverli.
I controlli Inps sul bonus bollette
Nel comunicato del 7 gennaio 2025, l’Inps ha chiarito che le verifiche sono state condotte per accertare il diritto dei pensionati a ricevere queste indennità una tantum. I bonus, pari a 200 euro per i pensionati con reddito non superiore ai 35.000 euro e a 150 euro per quelli con reddito non superiore ai 20.000 euro, erano stati distribuiti sulla base delle dichiarazioni dei redditi del 2021 fornite dall’Agenzia delle Entrate. Tuttavia, si è scoperto che non tutti i beneficiari rispettavano i requisiti richiesti.
Le verifiche, svolte nel mese di dicembre 2024, hanno rivelato che alcuni pensionati avevano ricevuto i bonus senza avere diritto. L’Inps ha quindi avviato una comunicazione di indebito tramite la Piattaforma Send, notificando i pensionati che dovranno restituire le somme ricevute indebitamente.
Per recuperare le somme erogate in modo improprio, l’Inps applicherà delle trattenute mensili di un massimo di 50 euro sulle pensioni a partire dal mese di giugno 2025. Questo sistema di trattenute sarà utilizzato per recuperare le somme che i pensionati non avrebbero dovuto ricevere. In caso di impossibilità di effettuare il recupero tramite trattenuta sulla pensione, l’Inps procederà con l’invio di un avviso di pagamento tramite il sistema PagoPA, che consente di gestire i pagamenti elettronici verso la pubblica amministrazione.
I bonus bollette da 200 e 150 euro erano stati introdotti dal governo nel 2022 come risposta alle difficoltà economiche dei pensionati, aggravate dall’aumento dei costi energetici. Queste indennità erano destinate a sostenere i pensionati a basso reddito, contribuendo a ridurre il peso delle bollette in un periodo di crisi economica. La decisione di erogare tali bonus era stata presa in un contesto di forte preoccupazione per l’impatto dell’inflazione e dell’aumento dei prezzi, che colpiva in modo particolare le fasce più vulnerabili della popolazione.
La misura ha avuto un impatto significativo, ma i controlli successivi hanno rivelato delle falle nel sistema di distribuzione. È lecito chiedersi come sia stato possibile che alcuni pensionati abbiano ricevuto i bonus senza soddisfare i requisiti. Potrebbe trattarsi di errori nei dati forniti o di una mancanza di coordinamento tra le varie istituzioni coinvolte nel processo di verifica e assegnazione.
Le trattenute di 50 euro potrebbero rappresentare un ulteriore onere per molti pensionati, già alle prese con un reddito limitato. Per coloro che vivono con pensioni minime, questo recupero potrebbe incidere negativamente sulla loro capacità di far fronte alle spese quotidiane. È fondamentale che l’Inps fornisca un supporto adeguato ai pensionati colpiti, per garantire che le trattenute non li portino a una situazione di difficoltà economica.
Inoltre, la questione solleva importanti interrogativi sull’efficacia delle misure di controllo e sulla loro attuazione. La necessità di unire l’assistenza con un sistema di monitoraggio più rigoroso è ormai evidente. È importante che le istituzioni imparino dall’esperienza attuale e implementino meccanismi di verifica più robusti per evitare situazioni simili in futuro.