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Berlusconi: “Scherzavo, non me ne vado”

Il leader del Polo fa marcia indietro sulla promessa di abbandonare in caso di sconfitta:”Solo una battuta paradossale” dice. Poi snocciola i sondaggi: “Abbiamo 23 punti di vantaggio”.

“Rimarrò alla guida di Forza Italia comunque vadano le elezioni politiche”. Silvio Berlusconi fa un passo indietro. Dopo aver detto e ripetuto che non avrebbe fatto “il capo dell’opposizione”, ora volta improvvisamente pagina: “Sì certo, perché non c’é solo la responsabilità di realizzare grandi opere, ma anche un problema di libertà – assicura ai cronisti che lo ascoltano a Strasburgo, dove è andato a votare la Carta dei diritti europei. Berlusconi liquida le proprie precedenti promesse in un attimo: “erano solo battute paradossali” dice.

Poi elenca tre motivi per i quali si è deciso ad annunciare il suo eventuale abbandono. Il primo: “Volevo marcare la mia differenza rispetto ai politici di mestiere, che restano aggrappati alla politica sia che vincano, sia che perdano”. Il secondo: “La mia affermazione era tesa a sottolineare agli italiani che hanno in me una risorsa a disposizione, di cui devono approfittare se vogliono avviare una vera stagione di grandi realizzazioni”. E infine, l’ultimo: “Volevo stimolare tutti gli uomini della Casa delle Libertà a impegnarsi per la vittoria e a non adagiarsi sul convincimento di avere già vinto”.

Una provocazione insomma, quella del Cavaliere. Che in molti, soprattutto tra i suoi alleati, avrebbero preso a torto sul serio. E, per far capire quanto sia stato incompreso, se la prende perfino con i giornali, che “passano il tempo a separare il grano dal loglio e poi pubblicano il loglio”.
Non è un caso, insomma, se due degli alleati di Berlusconi più politicamente navigati (Casini e Buttiglione) fin dal primo giorno avevano attribuito la battuta del Cavaliere a “un po’ di stanchezza”. Walter Veltroni però, prova a dare una spiegazione più terra terra. “Prima ha detto una cosa chiara – sottolinea – poi ha visto le reazioni ed ha fatto marcia indietro secondo lo stile abituale”.

Tanto è vero che il segretario dei Ds questa volta, invece che alle affermazioni, non crede alle smentite: “Sono convinto che Berlusconi farà esattamente come ha detto ieri – afferma – se vince bene, se perde la cosa non lo interesserà più”.

Nel frattempo, per tirarsi su di morale Berlusconi si affida ai numeri che lo darebbero vincente nelle prossime elezioni politiche. “Gli ultimi sondaggi danno 23 punti di vantaggio alla nostra coalizione”: dice da Strasburgo il Cavaliere replicando al candidato premier dell’Ulivo Francesco Rutelli, secondo il quale la maggioranza è a soli 5 punti dall’opposizione nei sondaggi. Berlusconi ha precisato di essere in vantaggio su Rutelli in termini di credibilità delle proposte sulle tasse (56% contro 12% per il suo avversario) e per la capacità a creare posti di lavoro (63,5% e 25,3%).

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Redazione